Le cose che abbiamo imparato organizzando il Flashmob di #ridateciitalo:
1. Se vuoi sostare sui binari devi essere munito di biglietto. Quindi i nostri nonni che venivano a prenderci alla stazione erano dei pericolosi fuorilegge.
2. La notizia del Flashmob Rimini ha messo talmente in allarme la Polfer che i giovanotti sono andati su Wikipedia a scoprire cosa fosse questo fantomatico e pericolosissimo atto di mobilitazione collettiva.
3. Una delle domande più ricorrenti della giornata è stata: – Ma vi pagano? – Quindi in Italia se protesti contro o pro qualcosa/qualcuno hai per forza un tornaconto personale.

5. Che se lo stesso Flashmob l’avessimo organizzato per Trenitalia i nostri scatoloni sarebbero finiti tra i binari (facendo stranamente ritardare qualche treno). A questo proposito ci teniamo a ringraziare tutto il personale di Italo Treno che ci ha sostenuto e supportato con gentilezza e cortesia, mettendosi a disposizione nostra e di tutti i passeggeri.
6. Che siamo i “soliti italiani” lamentoni che minacciano tutti i giorni di scendere in piazza ma poi le lasciano vuote. A buon intenditore poche parole.
7. La grande assente è stata ovviamente la politica. Dove erano gli Gnassi e i Ricci che si dicevano grandi promotori della campagna per far restare Italo in Riviera? Un grazie speciale però va all’assessore provinciale alla Mobilità riminese, Vincenzo Mirra, che è venuto con tanto di cartello “Italo non ci lasciare”.
Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto, a Chiara Pasino, Cristina Ortolani (e Walter Vannini), Geppo Matteo, e tutti gli altri che hanno partecipato al Flashmob di questa mattina a Rimini – Pesaro – Ancona.
Grazie a tutti i 6.000 amici di #ridateciitalo e un grazie particolare a chi ci ha aiutato a mantenere viva questa pagina con foto e notizie da due mesi a questa parte.
Attenzione! Questo non è un addio, Le Asociali non si arrendono e continuano la battaglia per riportare Italo sulla tratta adriatica. Quindi continuate a seguirci. #ridateciitalo #leasociali
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