• 10 febbraio 2015

La Camera della Rabbia di Forlì

La Camera della Rabbia di Forlì

Ci sono giorni, e parecchi anche, che vorresti spaccare tutto. Il tuo fidanzato ha occhi solo per la PlayStation, tua mamma si lamenta perché “non ti vede mai” e intanto tu aspetti che l’ennesimo cliente ti saldi l’ennesima fattura così, oltre ad andare dall’estetista che ormai sembri Cita, magari paghi pure l’affitto.

Bene, a Forlì c’è un posto che si chiama “Camera della Rabbia” e ovviamente noi, avendo finito i piatti dell’Ikea, abbiamo deciso di provarlo. L’idea è di Cristian, un ragazzo che è più calmo di un monaco buddista, ma tant’è, lui con la rabbia ci vive, solo che è quella degli altri.

Ispirandosi a posti simili in America e Giappone, ha portato il concept in Italia. Ogni giorno prepara quello che sembra il setting di un film, perfetto, immacolato: mobili antichi, specchi, bottiglie, ceramiche, sedie in vimini, tutto predisposto nei minimi dettagli tra quello che riesce a raccattare alla Caritas di Forlì o da ristoranti e mercatini.

Cristian ti accoglie sorridente nel suo capannone, comincia a vestirti gradualmente: scarpe antinfortunio, ginocchiere, protezioni per le braccia, gomitiere e guanti, caschetto e quella che sembra la maschera di Darth Vader. Se anche voi siete germofobi, nessuna paura. Cristian ci ha assicurato che lava e disinfetta tutto dopo ogni utilizzo.

Dopo la vestizione si passa alla lettura delle regole (tra cui “non romperti gli oggetti addosso” che ci ha fatto molto ridere), Cristian ti chiede che musica vuoi per devastare tutto e ti porge tre mazze.

Quello che succede nei 20 minuti successivi all’accensione di quella luce verde è impossibile da descrivere. Quando finalmente ti togli quella maschera e torni a respirare di nuovo ti chiedi se è passato di lì Tazmania e non te ne sei accorto.

Assolutamente da provare ed, eventualmente, sostituire alla palestra.

 

Lascia una risposta